L'opera venne applicata, a supporto di sette vetri protettivi, davanti all'immagine dell'Achiropita, custodita in Cattedrale, intorno agli anni Quaranta del Seicento per volere dell'Arcivescovo Pietro Spinelli. La manta, in argento inciso e cesellato, ha un'iconografia intesa a glorificare l'immagine sacra: ai lati sono presenti due angeli in preghiera, mentre in alto altri due angeli reggono una corona imperiale in mezzo a un trionfo di putti; l'apertura, che permetteva la visione dell'icona sottostante, è contornata da una serie di pietre ornamentali di vari colori e sagome. Secondo lo storico dell'arte G. Leone, la manta è da attribuire all'argentiere napoletano Orazio Scoppa, mentre la corona, sostituita nell'Ottocento, all'argentiere Luigi Abbate.